TUBO OTTICO RITCHEY-CHRETIEN 368mm F/8 (USATO)- Specchi da Star Instruments (Paul Jones) e tubo di StarWorks (Andrea Tamanti)

Telescopio Ritchey-Chretien (368mm, f8) con Specchi da Star Instruments (Paul Jones) e tubo di StarWorks (Andrea Tamanti)

Il telescopio

Il telescopio è un classico Ritchey-Chretien con due specchi iperbolici che danno un campo corretto di medie dimensioni.  In questo caso il campo corretto (diffraction limited) è di circa 0,5 gradi.

Notate che questo è lo schema classico dove, per rendere il telescopio meno ingombrante, il secondario ha un ingrandimento alto (circa 10x), dove il campo è più limitato ma più nitido rispetto ai design cinesi.

Gli specchi

  • Costruiti in vetro-ceramica ULE a quasi zero espansione termica.
  • Prodotti in ottobre 2009, intubati marzo 2010.
  • Specifiche dettagliate allegate, in sintesi:
    • Strehl 97,1%-quindi 97,1% della luce messa a fuoco entra nel disco di Airy.
    • Correzione RMS- circa lambda/37
    • Distanza tra gli specchi-26,38” (670mm)
    • Diametro primario-14,5” (368mm)
    • Rapporto focale-f8
    • Distanza focale-2944mm
    • Back focus-13” (330,2mm).

Il tubo e culatta

  • Interamente in fibra di carbonio di spessore circa 2mm.
  • Culatta in alluminio anodizzato spesso con tre ventole. Collimazione attraverso tre paia di viti push-pull.
  • Il tubo è sostenuto da due anelli in alluminio che rendono la struttura estremamente rigida, permettendo l’espansione differenziale dell’alluminio rispetto al tubo stesso che, in termini pratici, ha zero espansione termica.
  • Piastre Losmandy sotto e sopra.

Utilizzo

  • Backfocus-il backfocus di 330,2mm permette l’utilizzo di molte combinazioni di camere, ruote porta filtri, guide fuori asse e on asse, ecc.
  • Per iniziare, si suggerisce di piazzare il sensore ad una distanze di 330,2 mm dal centro del foro sul primario. Poiché questo, in termini pratici, rimane difficile la distanza al piano focale del sensore può essere misurata dalla flangia grossa di collimazione e mettere il sensore a 236,6mm.
  • Il secondario può quindi essere spostato per portare il sistema a fuoco su una stella. Si suggerisce di mettere eventuali fuocheggiatori elettrici a metà corsa.  Quando il sistema è a fuoco, la configurazione è al centro della gamma di spostamenti tra gli specchi che permette la correzione ottimale.
  • Da questa posizione di base, il secondario può essere spostato +/- 1,5mm mantenendo la correzione ottimale. La distanza tra gli specchi è un fattore critico in questo tipo di RC e non deve variare di più di 1,5 mm.
  • L’ingandimento del secondario è circa 10x, quindi lo spostamento di 1,5mm del secondario (rispetto alla posizione iniziale) causa uno spostamento del piano focale di 15mm.
  • Per la collimazione si consiglia l’utilizzo del Takahashi Collimating scope. Centrando prima il secondario e poi lo spider (secondo le istruzioni Takahashi) spesso risulta in una collimazione pressoché quasi perfetta che raramente necessità di ulteriori ritocchi fatti su una stella.

Altri commenti

  • Il telescopio, una volta messo a fuoco, raramente richiede grandi ritocchi in una notte di osservazioni. Sia il tubo che gli specchi hanno pressoché zero sensibilità a cambiamenti di temperatura.  In realtà, anche tra sessioni su più notti spesso c’è poca necessità di mettere a fuoco.
  • A questa focale e con camere CCD da pixel di 9 micron in condizioni di seeing tipiche in Italia (3 secondi d’arco) è consigliabile operare in hardware binning 2×2. Con le camera CMOS di pixel più piccoli (ad esempio 3,76 micron) si suggerisce di operare in software binning di 3×3 o 4×4 secondo il seeing.  Nelle camera CMOS, il basso rumore di lettura permette una buona gamma dinamica, anche in binning via software.

 

FOTO EFFETTUATE DA MR.ROLAND CASALI E ANDREA TAMANTI.

 

PDF DELLA CERTIFICAZIONE DELL’OTTICA:
JN 09107 Star Instruments